Torneo Gosetto: il nostro fair play
Nella giornata di ieri è arrivata la replica (legittima) al nostro comunicato di mercoledì da parte dell’Assessore allo Sport del Comune di Como Marco Galli.
Accogliamo positivamente le sue scuse per il ritardo sulle autorizzazioni, segno che le nostre premure sono sempre state legittime e basate su fatti reali. I toni utilizzati nelle nostre comunicazioni ufficiali tramite posta elettronica e comunicati stampa sono stati distensivi e pacati, senza mai ledere la dignità dei nostri interlocutori. Per noi il rispetto delle persone è il valore principale che cerchiamo di trasmettere anche ai nostri atleti: le famiglie dei ragazzi hanno scelto l’Hockey Como perché siamo una società sana, organizzata e dai sani valori morali.
Proprio per questo siamo amareggiati ed esterrefatti per la cattiva ironia e i violenti termini utilizzati dallo stesso rappresentate delle istituzioni, che ci accusa di parole mai dette.
Fin dal principio, insieme al Comune e alla CSU, abbiamo condiviso la priorità di messa in sicurezza dell’impianto, proprio perché da questa sicurezza dipende anche l’incolumità dei nostri ragazzi.
Forse l’assessore ha confuso la responsabilità di mettere in sicurezza la struttura con la mancanza di comunicazioni e certezze tra le parti, ma per altre cose, come l’organizzazione di una manifestazione di caratura internazionale.
Abbiamo richiesto, nei mesi di ottobre e novembre 2017 nelle sedi e nei modi opportuni, garanzie e rassicurazioni per disputare il Torneo "Stefano Gosetto" e ottenere il parere favorevole per la riapertura della tribuna. Non sono arrivate e, fatti i dovuti conti su tempistiche organizzative e logistiche, abbiamo dovuto annullare la manifestazione. Il punto è tutto qui e non va cercato altrove. Ci spiace che questa decisione sia arrivata poche ore prima della firma più importante, ma anche quando si presentano i bandi ci sono date e orari di scadenza. Chi arriva troppo tardi non può partecipare e “urlare”, come fatto ieri, non serve a niente.
I ritardi accumulati non ci hanno permesso di mandare inviti alle squadre europee, mentre alle quattro che avevano già manifestato la loro intenzione di iscriversi, non abbiamo potuto dare conferma proprio per mancanza di garanzie.
Infine precisiamo che nessuno dell’Hockey Como vuole monopolizzare l’impianto di Casate escludendo le altre società con cui ogni giorno condividiamo serenamente spazi comuni e pista del ghiaccio. Prendiamo perciò le distanze da queste accuse. Purtroppo leggere dichiarazioni del tipo: “A Casate non c’è il “PalaHockey” e nemmeno il “PalaAmbrosoli” lo reputiamo un vile attacco alla persona del Presidente che non merita sicuramente questo, come nessuna altra persona del resto. Ancora più grave farlo davanti alle telecamere e ai giornali, tra l’altro senza il nostro contraddittorio. L’UMILIAZIONE trasmessa con queste dichiarazioni ha scosso molto le famiglie dei nostri ragazzi.
Per fortuna che nello sport si guarda sempre avanti: oggi tutte le squadre che hanno partecipato negli scorsi anni, appreso della cancellazione, hanno voluto dimostrare la loro vicinanza confermando la presenza per l’anno prossimo. Grazie di cuore. E grazie anche agli ex-compagni di squadra di Stefano che ci sono vicini: anche per loro non poter ricordare Gos è un dispiacere.
Da ieri, preso atto della deroga dei 99 posti e, con lo stadio in sicurezza, abbiamo inviato le opportune richieste per l’apertura al pubblico.