Capitan Filippo Ambrosoli si ferma.
Filippo ha detto stop. Il capitano dell’Hockey Como (31 anni) ha deciso di appendere i pattini al chiodo. Una carriera iniziata nel 1996 nelle giovanili e sempre vissuta con la casacca biancoblu (in prima squadra dal 2005 e con la fascia da capitano dal 2012).
«Non me la sento più di riprendere un impegno bello ma nello stesso tempo faticoso - spiega l’attaccante -. Non ho più gli stimoli che avevo e che aiutano ad allenarsi e prepararsi, tutti i giorni, per un campionato impegnativo come l’IHL. Durante la pausa dell’anno scorso dovuta alla pandemia, l’hockey non mi è mancato nemmeno un giorno. E questo è stato un segnale importante».
Il capitano lascia proprio nella stagione che si preannuncia del riscatto. «È giusto così -dice -. Quest’anno sarebbe stato un impegno ancor più gravoso. Negli ultimi mesi mi sono reso conto di quanto l’hockey, se lo fai in maniera seria, porti via tante energie, anche alla famiglia. Come ti faccia tralasciare tutto il resto. Sono anche diventato papà e la mia vita è ancor più impegnativa».
Uno stop definitivo, anche se rimane qualche speranza. «Di sicuro questa stagione rimango fermo e non andrò mai in una società che non sia il Como. Tanti i ricordi, dai 100 gol in prima squadra alle vittorie. «Le più belle sono state nei derby contro Varese, in particolare quando abbiamo vinto sia in casa che fuori, rimontando dal 3-4 ad un 6-4 finale.
Poi -prosegue - non posso dimenticare il gruppo, sempre compatto: è stata la nostra forza. Il giocatore che non scorderò è il messicano Majul: uno davvero forte. Fare il capitano, sin dalle giovanili, mi ha aiutato a formare il carattere». Vedremo comunque ancora Filippo a Casate. «Mi piacerebbe dare una mano, da fuori - conclude - parlare con i ragazzi e dare qualche consiglio. In tutti questi anni di hockey, qualcosa ho imparato».
Intervista de La Provincia di Como